Ruoti: la forza di restare


12 Maggio 2017


Arrivare a Ruoti da Bella non è affatto semplice. Bisogna attraversare il territorio di Sant'Antonio Casalini, ricco di aziende agricole, terreni, animali e soprattutto cani. Questa è un’altra buona occasione per rimarcare quella che per camminatori e ciclisti è una piaga e cioè i cani con proprietari che però vengono lasciati liberi. Per la maggior parte territorialisti, difendono il loro spazio da qualsiasi cosa che da loro possa essere reputato un pericolo, in questo caso io. È proprio su questa tratta che vengo letteralmente assalito da un cane, che si ferma, ringhiando, solo alla vista dei miei bastoni puntatigli contro. Cani a parte, il viaggio si rivela faticoso ma piacevole. Il territorio è assolutamente selvaggio, primordiale. I silenzi, i panorami, rilassano corpo e spirito. Ruoti appare in lontananza. Un pugno di case sulla sommità di una montagna. Classico paesino dell’appennino lucano, raggiungibile con una discreta serie di tornanti. Anche questo piccolo paesino è stato colpito dal terremoto dell’80 ed è stato ricostruito seguendo la legge del cemento piuttosto che quella della conservazione. 

Ad aspettarmi c’è Antonietta Nardiello, presidentessa della Proloco, che per il pomeriggio mi affida a Lamberto e Luca, due ragazzi, studenti universitari. Luca fa parte dell’associazione “Miss 48” il cui presidente, Felice Faraone, si prefissa di mantenere e riscoprire le tradizioni ruotesi. Il primo luogo che visitiamo è il sito archeologico di una villa di età romana. Il sito è stato riscoperto negli ultimi tempi, grazie all’interesse dell’associazione Miss’48 ed alla pubblicazione, nel 2016, di un volume dedicato scritto da A.Small e F.Tarlano. inoltre una laureanda in architettura all’università della Basilicata, Flavia Pizzuti, ha deciso di scrivere la sua tesi di laurea proprio su questo sito archeologico. I ragazzi mi presentano il sito come un qualcosa che potrebbe essere sfruttato a fini turistici ma che non è mai stato preso in considerazione. Hanno presentato un progetto di finanziamento e sperano che vada a buon fine: “A Ruoti non è che ci sia tanto” dicono “questo secondo noi potrebbe essere un buon punto di partenza ma non sappiamo in quanti ci credono come noi”. Ritorniamo in paese e casualmente incontriamo proprio Flavia che ci aiuta nel nostro giro turistico. Mi racconta la storia feudale del paese, l’architettura del borgo, l’incuria e le scelte illogiche dal punto di vista urbanistico. Parliamo di potenzialità, di progetti. 

Scopro che, come tanti paesini della Lucania anche Ruoti è completamente costruita sul tufo e caratteristiche sono le cantine che molti ruotesi hanno scavato a colpi di piccone in questa roccia porosa. Ruoti ha sicuramente due facce: una visibile, fatta di contraddizioni architettoniche, scellerati piani urbanistici, mancate opportunità ed una nascosta o meglio sotterrata, fatta di lavoro, logica e bellezza. Con i ragazzi parliamo di tessuto sociale, di giovani, di lavoro. Flavia è sicuramente la più ardente nell’argomento e mi spiega in maniera abbastanza obiettiva la situazione di Ruoti. La gente si mostra un po’ apatica (caratteristica del mezzogiorno nella sua interezza) e le ambizioni lavorative dei giovani sono legate al vicino stabilimento Fiat di Melfi e a tutto l’indotto che ne consegue, con uno spirito d’intraprendenza poco sviluppato. 

Anche le vicende politiche sembrano essere legate alle opportunità lavorative. È d’obbligo a questo punto dell’articolo aprire una parentesi: dieci giorni dopo la fine del mio viaggio, in molti comuni italiani si sono svolte le elezioni. Ruoti era uno di questi. Uno scandalo ha scosso il piccolo paesino in quei giorni: la stampa nazionale si occupa dello strano caso della campagna elettorale svolta dall’ex sindaco, che, non potendosi ripresentare, fa eleggere una ragazza (non di Ruoti), spiegandone tranquillamente il ruolo di prestanome. Nel comizio in questione passa in maniera molto chiara il concetto “tranquilli, votate lei ma a governare sarò sempre io”. A quanto pare lo shock nella popolazione non è derivato dall’atto in se per se ma dal fatto di essere arrivati alla ribalta nazionale per una notizia svilente. Chi vive i piccoli territori sa benissimo che nella politica “di paese” è sempre esistito il Deus ex machina e l’effettore, quindi non trovo niente di strano nel fatto che a Ruoti sia successa una cosa simile ed a quanto pare nemmeno i ruotesi. La polemica sembra essersi inabissata ed Anna Maria Scalise continua ad amministrare. Con questa estemporanea vorrei far riflettere sulla nostra concezione di politica, da elettori, nel Sud Italia. Il caso di Ruoti è il caso di tanti altri luoghi, in cui la politica è prettamente clientelare, in cui non esistono ideali o appartenenze e l’adesione a questo o l’altro partito è vincolata dalla possibilità del raggiungimento di un interesse personale.

 La cena con gli amici ruotesi è ricca e movimentata. Vi partecipano una ventina di persone ed a quanto intuisco, la mia presenza e la cena sono un’occasione di confronto tra alcuni presenti. Sono stato più che altro un incuriosito e felice osservatore ed ho pensato: “guarda, se non fossi passato da qui e non fossi stato movente di questa cena, forse questo sano e civile confronto non sarebbe avvenuto”. La cosa soddisfacente della cena, da quello che ho potuto intuire, è stata proprio che alcune persone, hanno chiarito punti di vista discordanti. L’argomento principe è stato “le elezioni” e mi sembrava davvero di stare a casa: stessi discorsi, stesse dinamiche, stessi inceppi. Durante il convivio ho avuto modo di approfondire la situazione associazionistica a Ruoti: due le principali associazioni, La pro Loco di Antonietta e Miss 48 di Felice. La proloco ha un’età media un po’ più alta mentre miss 48’ raccoglie più giovani tra cui gli stessi Luca e Flavia. Questo viaggio, ormai agli sgoccioli mi ha fatto capire quanto sia difficile, strano ed a volte, motivo di imbarazzo, aderire ad un’associazione ed impegnarsi per il sociale e per le sorti del proprio territorio. Noto nei volti di queste persone, che giornalmente si spendono per rendere il loro paese un posto migliore, un amaro derivante dalla mancata partecipazione, dal mancato spirito di collaborazione, dal mancato riconoscimento per gli sforzi fatti giornalmente. Un plauso a loro ed a quelli come loro che nonostante tutto, fanno tanto e parlano poco!

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