Rocca Massima: la politica come impegno costante

20 Aprile 2017

Rocca Massima è un borgo di 1300 abitanti arrampicato sulla cima di una montagna alta 750m da cui si vede l’agropontino, il Circeo e pure Ponza. Arrivarci a piedi è sconfortante, per le pendenze e gli infiniti tornanti. Una volta arrivato, peró, ti sembra quasi di essere tornto indietro nel tempo. Rocca Massima è stata fondata nel XII secolo da Innocenzo VIII e forse nel 1100 doveva essere proprio cosí com’è oggi: viottoli, cunicoli, sanpietrini ovunque, case i cui muri nascono da denti di pietra larghi 3 metri, scale, scalette, cancelli, archi e piante ovunque.

È questa la prima cosa di cui mi complimento col sindaco Tomei quando, alle 18:30 circ ci facciamo una chiacchierata e lui mi spiega minuziosamente il meticoloso lavoro svolto in circa 15 anni dall’amministrzione per recuperre il centro storico che era diventato una colata di cemento. Il mio viaggio ha lo scopo di scoprire le strategie di soprvvivenza nei piccoli borghi e nelle aree disagiate e di come si viva il Sud nei vari contesti geografici. Dopo esserci presentati gli chiedo subito dei dati obiettivi su Rocca Massima: 1300 abitanti, una cinquantina di giovani tra i 14 ed i 30 anni, tasso di emigrazione alto, iniziato dagli anni ’80 e che solo oggi registra una frenata. Gli chiedo dunque di cosa vive oggi Rocca Massima. Tomei che è un cinquantaduenne molto risoluto, un uomo pragmatico (a quanto intuisco) risponde che qui l’economia sopravvive grazie all’oliva “Gaeta” (Rocca Massima è infatti circondata da centinaia di migliaia di ulivi). Io peró cerco di descrivere progetti, non prodotti tipici e quindi gli chiedo delucidazioni ed esce fuori che nel 1999 riuscirono (lui in primis) ad attivre il processo di riconoscimento per il prodotto di qualitá, progetto che andó avanti fino ad arrivare l riconoscimento D.O.P. da parte dell’UE. Grazie a questo salto, molti vecchi e giovani proprietari hanno iniziato ad investire sui propri terreni e restare qui. Dietro tutto questo c’è un consorzio che detta le regole e che olia il meccanismo. 

Altra fonte di soprvvivenza di questo borgo è il turismo. L’amministrazione cerca di attirare turisti con tante iniziative , soprattutto estive. Nel 1998 hanno fatto costruire nella chiesa patronale un organo da 1068 canne grazie al quale ospitano ogni anno la rassegna organistica internazionale. Con il progetto “colora il tuo balcone” regalano ai cittadini piante di fiori chiedendogli di coltivarle nei propri balconi e vicoli dando cosí vita a Giugno ad una fioritura totale del paese che attira qualche curioso da fuori. L’attrattore turistico principle peró è senza dubbio il volo dell’Angelo, il più lungo e veloce del mondo. La storia di questo adrenalinico cavo è particolare. Tutto nasce dall’idea di Tomei di stringere un accordo con Cotral (societá di trasporto regionale) per l’edificzione di una funivia che evitsse agli autobus di percorrere gli ultimi 7 km di tornanti verso Roccamassima. Fallito il progetto, l’idea della funicolare si traforma nell’idea del volo dell’Angelo, presa in prestito dai francesi (sarnno infatti loro a montarla). Tomei mi spiega che l’opera non ha goduto di nessun finnziamento pubblico e che l’intera spesa (770mil euro) è stata affrontata da una societá di 22 persone del posto che tutt’oggi gestiscono il volo. Il comune dunque non fa partire l’opera se prima non si trova la cordata di finanziatori/gestori. Ad oggi la giostra in una domenica soleggiata di Marzo fa circa 200 voli! La consapevolezza del sindaco peró è che il volo dell’Angelo da solo non riesca a trattenere il turista per piú del necessario ed il suo rammarico è che attorno ci sia ancora poco per dare al turista un motivo per restare. La tendenza di Tomei sembrerebbe essere quella di esortare il privato ad investire ed anzi favorire, nche direttamente, chi ha intenzione di intraprendere un’impresa.

Alla domanda “ha pensato prima al volo dell’angelo o al centro storico?” lui risponde secco “al centro storico naturalmente”. In che modo? Mi parla del piano regoltore e della differenza che passa tra p.r. adottato e p.r. approvato. Fino a quando il p.r.non è approvato è come se non esistesse. Il lavoro della sua aministrazione fu di grandi pressioni (legittime)in regione affinché il p.r. venisse approvato. Una volta approvto se ne fece garante costringendo tutti l rispetto dl p.r. Rocca Massimaé molto pulita, merito, dice Tomei di una raccolta differenziat porta a porta gestita direttamete dai dipendenti comunale. Mi spiega che il segreto è priprio quello:”se a farlo siamo noi ci teniamo di piú! L’ ultim cosa di cui parliamo è la possiblitá di un futuro positivo a Roccamassima che passa necessariamente dalla “territorialitá”. Lui è convinto che se i comuni non collborano per intenti comunitari sono destinati alla morte ma ammette che questo è tutt’oggi un problema.

Condivido quasi tutti i concetto del sindaco Tomei ed in particolare la territorialita’ ed il recupero del centro storico. Il problema per l’applicazione di queste cose sembrerebbe essere prettamente di ordine culturale e non legato al poco peso demografico di ogni piccola comunità

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