Genesi e significato del progetto



Il progetto “La Calata”, nasce da un dato di fatto: dopo 8 anni di studio e lavoro a Roma, decido di tornarmene giù ad Albidona, in provincia di Cosenza, paesino di 1000 anime, (da cui scappai letteralmente a 19 anni), per viverci! Una situazione abbastanza in controtendenza. L’andazzo oggi è sempre lo stesso e continua da decenni. Dal sud si scappa, sempre meno per voglia, sempre più per costrizione o peggio per rassegnazione. Diventa ancora più controtendente se penso che la mia voglia di tornare non è minimamente legata ad una mancata realizzazione lavorativa od a problemi economici derivanti dal vivere nella grande città. La mia vita lavorativa godeva, proprio nel periodo della decisione di trasferirmi, di una notevole ascesa sia a livello economico che di gratificazione personale. Le soddisfazioni lavorative non erano però pareggiate da quella tranquillità mentale che ti fa pensare “bene, ho trovato il mio posto nel mondo”. Ecco, semplicemente, il movente della mia decisione è stata la consapevolezza che quello non era il mio posto nel mondo e ne i soldi, ne un lavoro gratificante avrebbero mai cambiato questo mio malessere.

Appena ne ho l’opportunità, dunque, decido di tornarmene in Calabria, per scoprire se il mio posto nel mondo sia quello. Sì, ma cosa significa tornarsene giù? In questi giorni, confrontandomi con le persone che, curiosamente, mi chiedono delucidazioni, mi sono spesso trovato a dire: “giù non puoi tornarci se non con un progetto”. Progetto, inteso come “idee chiare”. Non tanto su quello che farai in futuro, quanto sull’ambiente che vai a riabbracciare, e su come approcciarti al contesto socio-economico. Se non hai le idee chiare su quello che queste cose rappresentano, giù non puoi sopravvivere. Eh si, perché, obiettivamente, tornare significa reimmergersi nello stesso mondo da cui sei scappato, perché in 8 anni le cose non cambiano, soprattutto in un contesto notevolmente e notoriamente statico, semmai peggiorano. Tornare giù significa, dunque, cambiare il tuo punto di vista, vedere il buono lì dove non lo vedevi, vedere possibilità nello stesso luogo che hai lasciato proprio perché di possibilità non ce n’erano. Non è un discorso semplice e tante volte mi sono arrovellato in discussioni con chi mi presentava l’obiettività delle cose a cui io presentavo “solo” possibilità, progetti, ipotesi.

Perché allora tutta questa voglia di tornare a Sud, quando sono pronto ad ammettere che le cose, obiettivamente, non funzionano, che i servizi scarseggiano e che le aperture culturali e mentali non sono la normalità ma la rarità?

Credo che il sistema educazionale a Sud abbia fallito. La scuola in primis ed in parte anche le famiglie. Siamo riusciti a mantenere certi valori fondamentali sia per la sopravvivenza della specie, sia per il vivere civile nel mondo ma forse siamo cresciuti con un’aura di vittimismo e rassegnazione. In generale non ci è stata trasmessa intraprendenza ed audacia. Sicuramente siamo ricchi di ingegno ma non sappiamo benissimo dove e come applicarlo ed è per questo che da decenni le nostre innate capacità di studio e gestionali vengono innestate in terreni non nostri.

Credo altresì, che questo sia l’unico periodo storico che possa consegnarci possibilità di sviluppo. La crisi economica crea opportunità parallelamente ai fallimenti e mai come ora si è registrata una certa voglia di rivalsa nelle giovani menti meridionali, che hanno imparato l’audacia ed il rischio, caratteristiche del Nord e li hanno uniti alle loro grandi capacità.

La Calata ha proprio questo scopo. Mostrare le possibilità ma anche le realtà di chi partiva con un progetto e poi è riuscito a realizzarlo, lì dove nessuno ci prova, lì dove non c’è niente, così si dice. In 600 km, da Roma ad Albidona, cercherò e racconterò storie di “resilienza”, in 27 tappe dislocate tra Lazio, Campania, Basilicata e Calabria.

Mi “calerò”, appunto, lentamente nel meridione d’Italia, per capire a cosa andrò in contro, cosa mi aspetta, per scoprirne le bellezze sia paesaggistiche che umane. Per comprendere qual è il giusto modo di approcciarsi ad un contesto controverso, incoerente e per certi versi incontrovertibile, in una terra che amo.

Raccoglierò interviste, foto, video ed articoli su questo sito e cercherò in questo modo di far da tramite tra le realtà che racconterò ed il mondo.

Con questo spirito inizierò il cammino.
Spero vogliate seguirmi e spero di trasmettervi qualcosa di positivo.

Michele Laino



-

-